La diffusione in Italia dei cani allerta diabete ha portato anche a un lato oscuro: la nascita di associazioni e istruttori non qualificati che popolano ormai il web e il mondo della cinofilia. Queste associazioni promettono cani addestrati “chiavi in mano” con costi esorbitanti che arrivano a 10.000€/15.000€ fino anche a 20.000€ e copiano le metodologie di enti qualificati nella preparazione dei cani allerta.
Il motivo è legato al fatto che, anche se i cani allerta operano in Italia dal 2014, non è ancora presente una normativa specifica con criteri qualificativi per cui un cane possa essere definito da allerta medica. Quindi per chi volesse iniziare un percorso cani allerta diabete la domanda è: di chi fidarsi?
Di seguito trovi una guida per capire subito se hai di fronte un ente o un istruttore qualificato, distinguendolo da associazioni o istruttori non qualificati.
Situazione in Italia
La figura del cane allerta diabete in Italia nasce nel 2014, quando un istruttore cinofilo e dottore in Scienze della cinotecnica, Roberto Zampieri, creò l’unico protocollo in famiglia per cani allerta ad avere basi scientifiche: il D.A.D. (Diabetic Alert Dog).
Il suo lavoro ha preso spunto da quello dei paesi anglofoni, in cui i cani allerta sono operativi già dagli anni ’90. L’innovazione è però legata alla formazione in famiglia, che permette a un cane allerta di segnalare il 98% delle variazioni glicemiche.

10 anni fa, nessuno faceva caso ai cani da diabete. Oggi i cani allerta salvano vite, fanno notizia, riempiono le pagine dei quotidiani dato che è stato dimostrato da ricerche cliniche e studi che questi caregiver a 4 zampe portano enormi benefici.
Era inevitabile che attirassero l’attenzione di chi non ha competenza nei cani allerta, ma vuole sfruttare l’aspetto mediatico, lucrando sulla salute e le speranze delle persone.
A rendere tutto più complicato è la mancanza di una normativa in Italia che, si spera, tra breve sarà colmata da una legge apposita sui Cani di assistenza, già approvata nella Legge di Bilancio 2025 di cui si attendono le norme attuative.
Come riconoscere un ente e un istruttore qualificato
Quindi, se si volesse iniziare un percorso per cani allerta diabete, cosa distingue un’associazione qualificata da quelle che lucrano solo sulle persone? Ecco 7 cose da valutare:
- Tipologia di associazione
- Formazione in famiglia, non addestramento “chiavi in mano”
- Durata del percorso
- Costo
- Qualifiche dell’istruttore
- Il contratto
- Informazioni e supporto

1) Tipologia di associazione
Gli enti qualificati che preparano i cani allerta sono le APS (Associazioni di Promozione Sociale), le cosiddette ex Onlus, enti privati senza scopo di lucro.
Quindi, eventuali soldi richiesti per un percorso sono finalizzati a supportare il progetto, pagando le spese di un istruttore e le varie attività di promozione sociale.
Per promozione sociale si intende una serie di attività che hanno il fine di migliorare la qualità della vita di una persona, un gruppo o una comunità.
Senza entrare nel dettaglio, la creazione di un’APS ha una serie di obblighi e di paletti normativi. Ora, chi si propone come formatore dei cani allerta spesso sono istruttori che lavorano da soli, oppure associazioni dilettantistiche. Perché non vanno bene?
- Istruttori non supportati da un ente: dovranno guadagnare per sostenersi e come tali chiederanno costi alti.
- associazioni dilettantistiche: tutti possono aprire un’associazione culturale, ma anche in questo caso non hanno una struttura organizzativa finalizzata alla promozione sociale.
2) Formazione in famiglia: non addestramento
Un errore comune è quello di pensare che un cane allerta diabete impari solo a individuare le crisi ipoglicemiche e a segnalarle. Ma fa molto di più. Su questo principio si basa l’addestramento delle associazioni e degli istruttori non qualificati. Il loro operato è questo:
- scelgono un cane;
- lo preparano lontano dalla famiglia;
- la preparazione dura circa 6-12 mesi;
- poi lo portano in famiglia già pronto per effettuare le segnalazioni.
La persona con diabete non deve fare nulla, dato che in teoria il cane è già pronto. Questo spiega la loro diffusione. Tuttavia, questo sistema è molto limitativo ed incompleto e garantisce un’affidabilità bassa dal 30% al 50% di segnalazioni certe.
Come agiscono gli enti riconosciuti
Le associazioni qualificate utilizzano il protocollo in famiglia. Che differenza c’è? Il cane allerta è della persona con diabete o della famiglia. Può essere un cane già presente oppure scelto appositamente.

Il percorso è fatto a casa della famiglia con la partecipazione attiva della persona con diabete, sotto la guida di un istruttore qualificato in cani allerta medica.
Grazie a questo sistema si crea una forte relazione empatica e sociale (non presente nell’addestramento). Questa empatia non è opzionale, ma fondamentale per far sì che il cane riesca a segnalare con certezza il 98% delle crisi glicemiche.
Infatti, è stato dimostrato da ricerche cliniche e scientifiche che, grazie al rapporto empatico, il cane non solo individua le ipo e le iperglicemie, ma è capace di valutarne la gravità e scegliere come agire. Ecco che non si parla di addestramento, ma di formazione del cane allerta diabete.
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3) Durata del percorso
Un percorso in famiglia richiede del tempo per:
- insegnare al cane a svolgere il suo compito di caregiver a 4 zampe;
- fare in modo che si crei la giusta relazione empatica;
- permettere che la persona con diabete e la famiglia imparino a gestire il cane, a fidarsi e a interpretare le segnalazioni e i suoi comportamenti.
Un aspetto fondamentale di questo protocollo è che la persona con diabete e la famiglia diventeranno autosufficienti una volta concluso il percorso, senza la necessità di dipendere da un istruttore (quindi senza pagare ulteriori lezioni).
Per raggiungere questi obiettivi, la durata del percorso è di 18-24 mesi. Sembra tanto? Non lo è, se si pensa che l’istruttore interverrà una volta a settimana. Perché non aumentare le sessioni? La risposta è semplice: cane e famiglia devono avere il tempo per assimilare quello che viene trasmesso dall’istruttore.
4) Costo
Il cane allerta ha un costo legato al suo sostentamento e a quello del percorso. Ma quanto si deve pagare?
Le associazioni non qualificate e gli istruttori hanno un unico scopo: guadagnare. Ecco che i costi proposti arrivano a 10.000€, 15.000€, e c’è anche chi chiede 20.000€.
Lo slogan è un cane allerta “chiavi in mano” già pronto e senza dover fare nulla. Peccato che tutti questi soldi non riescano a creare cani affidabili. È solo un modo per lucrare sulle difficoltà che vivono le famiglie che devono lottare con il diabete tutti i giorni, facendo leva sugli enormi benefici che un cane allerta può portare alla persona con diabete e anche all’intera famiglia.

Ma quanto dovrebbe costare un cane allerta? L’unica spesa da affrontare per un ente no-profit (ricordate, sono quelli che promuovono il progetto D.A.D. in Italia) è quella legata al rimborso spese di un istruttore che, come abbiamo detto, verrà per due anni a casa della persona con diabete.
Ora, il costo massimo e adeguato è intorno ai 5.000€, che, suddiviso in 24 mesi, è poco più di 200€ al mese, pari a 50€ a lezione. Una spesa equivalente a una lezione con un tecnico cinofilo specializzato.
Per chi pensa che sia troppo poco non si deve dimenticare che stiamo parlando di enti non a scopo di lucro ma di promozione sociale: è quindi un prezzo accessibile a tutti.
5) Qualifiche dell’istruttore
La figura dell’istruttore è fondamentale. Per diventare istruttore di cani da allerta medica è necessario seguire un corso specialistico con una serie di nozioni molto diverse rispetto a uno dei tanti percorsi di cinofilia.
Sono tanti gli istruttori che si improvvisano “da allerta medica”, pensando di adottare le stesse tecniche previste per un’attività sportiva o comportamentale. Non è così.

Come individuare un istruttore qualificato? Ecco alcune cose da valutare:
- sarà sempre legato a un’associazione che prepara cani allerta medica;
- ha diplomi specifici che non avrà problemi a mostrarvi;
- presenterà un contratto intestato all’associazione che prepara i cani;
- non chiederà mai di essere pagato direttamente;
- sarà sempre pronto a spiegare ogni aspetto della preparazione: niente segreti, dato che il compito dell’istruttore è quello di preparare anche la persona con diabete e la famiglia a gestire il cane.
6) Contratto del Percorso D.A.D.
Un ente qualificato in cani allerta presenterà, prima dell’inizio del percorso, un contratto in cui sono specificate la finalità del percorso, le modalità della formazione, le tempistiche, i costi, e il diritto di recesso. Ogni aspetto è ben definito, garantendo così una sicurezza per chi affronta comunque un impegno economico.
Le associazioni o gli istruttori non qualificati non presentano un tale documento, oppure chiederanno di firmare un semplice foglio, non un atto in cui non sono indicate tutte le informazioni utili, ma in modo molto generico.
7) Informazioni e supporto
Il compito di un’associazione e di un istruttore qualificato nei cani allerta è quello di rendere un cane comune un caregiver a 4 zampe e fornire alla famiglia e alla persona con diabete una serie di competenze utili per tutta la vita del cane.
Ricordiamo che la famiglia e la persona con diabete sono parte attiva della formazione di un cane di allerta medica, imparando gli esercizi che servono per rafforzare le segnalazioni, ma anche a gestire il cane da allerta.

Nulla di nascosto, tutto alla luce del sole. Una volta completato il percorso, la famiglia è autonoma nel gestire il cane allerta e non dipendere dall’istruttore.
In ogni caso, le associazioni e gli istruttori qualificati supporteranno sempre le famiglie in modo gratuito, rispondendo a dubbi e intervenendo nel caso in cui ci siano eventuali problemi.
Infine, anche le informazioni sono importanti. Confrontate i siti di un’associazione qualificata con una non qualificata e vedrete che quelli delle prime sono pieni di informazioni che spiegano come funziona il progetto, quanto costa e le modalità della formazione.
Spesso è disponibile un blog con diversi articoli che approfondiscono temi legati ai cani allerta e al diabete. Inoltre, sono presenti anche storie reali di persone che hanno iniziato il percorso.
I siti Internet delle associazioni non qualificate, invece, contengono pochi dati e promettono di darvi un cane pronto in poco tempo: hanno solo la funzione di attirare e non anche di informare.
Chi prepara i cani allerta diabete in Italia?
L’unico protocollo in famiglia strutturato e con basi scientifiche rimane quello del dottor Roberto Zampieri, che nel 2014 ha fondato un’associazione di promozione sociale (APS) senza scopo di lucro con il fine di diffonderlo in Italia: Progetto Serena Onlus.
Oggi questa associazione ha 82 cani allerta diabete operativi e 120 in formazione, un numero che continua a crescere. Inoltre, Progetto Serena ha sottoscritto una partnership con l’AILD (Associazione Italiana Lions per il Diabete), con cui forma a sua volta cani allerta diabete.
Queste due associazioni sono le uniche a dare la certezza di effettuare un percorso cani allerta diabete della durata di 18-24 mesi con istruttori qualificati e un costo di 5.000€, di cui, per alcuni cani una parte è anche sponsorizzata da donazioni o interventi di enti esterni.
Cani allerta diabete di chi fidarsi: FAQ
Un cane allerta diabete è un cane addestrato a riconoscere le variazioni glicemiche nelle persone con diabete e a segnalarle.
Il cane non segnala il diabete, ma le variazioni di glicemia nel sangue grazie all’olfatto e alla capacità di interpretare i comportamenti delle persone con diabete.
Un cane allerta diabete non si compra “chiavi in mano”. La formazione richiede dai 18 ai 24 mesi ed è fatta a casa con l’assistenza di un istruttore qualificato e con la partecipazione attiva della persona con diabete.