Cani allerta: la storia di Roberto Zampieri

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Cani allerta: la storia di Roberto Zampieri
Storie Roberto Zampieri
Progetto Serena APS nasce nel 2014 per promuovere il protocollo cani allerta diabete in famiglia. Chi l’ha fondata? E perché?

Tempo di lettura: 9 minutes

Indice dei contenuti

Quando si parla di cani allerta diabete in Italia, citare Progetto Serena è d’obbligo. È l’associazione che ha creato il protocollo per formare i cani allerta, l’unico ad essere strutturato, con basi scientifiche e che funziona da oltre 10 anni. Oggi è l’ente privato non profit più grande che prepara cani allerta diabete in famiglia in Italia e forma istruttori.

Ma come è nata Progetto Serena? L’idea è stata di un esperto cinofilo, Roberto Zampieri, dottore in Scienze della formazione Cinotecnica. Conosciamo questa figura che spesso rimane nell’ombra, ma che grazie al suo protocollo per cani allerta migliora la vita delle persone con diabete.

Chi è Roberto Zampieri?

Classe 1961, Roberto Zampieri è un cinofilo di Verona che si è formato in oltre 40 anni di esperienza sul campo. 

Nasce a Verona. La famiglia aveva un casa in campagna, dove Roberto trascorreva diverso tempo, vivendo sempre con una certa normalità il contatto con gli animali e con i cani

Questa semplice “normalità”, così come lui la definisce, si è trasformata ben presto in una passione. Fin da bambino, la sua vita è stata arricchita dagli amici a quattro zampe con cui è cresciuto.

Non solo cani, sempre parte della sua vista, ma anche gatti. Tra quelli che ricorda Roberto c’è stato “Rambo”, nato senza occhi, ma che ha vissuto con lui per 16 anni e Zighy trovato dai cani di Roberto in Adige chiuso in un sacchetto.

Quando decise di seguire la sua passione per la cinofilia, non è stata una novità per la famiglia. Inizia così la strada che lo porterà a fondare Progetto Serena APS.

Formazione cinofila

Siamo nel 1984 quando Roberto, appena ventitreenne, inizia la sua formazione cinofila un po’ da autodidatta, insieme a un gruppo di amici. La svolta si ha quando da volontario in Croce Rossa del Gruppo di Cerea, guidava le ambulanze, partecipa al bando della Croce Rossa presso il Comitato di Mezzolombardo e Mezzocorona in Trentino-Alto Adige, per un percorso cinofilo “professionale” sui cani da soccorso in superficie.

Allora non si svolgevano online, ma doveva recarsi ogni fine settimana nella sede non senza difficoltà. Partecipa al primo campionato assoluto di cani cross, classificandosi sesto. Nel 2004 si trasferisce al gruppo A.N.A. di Verona dove esegue diverse ricerche reali in superficie e nelle macerie con il suo cane Spirit.

Passa poi al Gruppo veronese Diade, di recente fondazione in cui è il primo soccorritore ad essere operativo per la ricerca in superficie e macerie.

Formazione Roberto Zampieri

Alla capacità di comprensione del comportamento canino si aggiunge anche la sua abilità di interagire con le persone. Con un gruppo di ragazze e ragazzi Roberto fonda il Gruppo Cinofilo Protezione Civile di Bentivoglio e utilizza la sua esperienza per la preparazione dei binomi per la ricerca in superficie e macerie.

Non mancano anche l’esperienza con i Corpi Sanitari Internazionali e con OIPA Verona con cui porta avanti un progetto per la preparazione di cani da ricerca dei bocconi avvelenati. Il suo percorso formativo include anche la laurea in Scienze della Formazione Cinotecnica.

La sua formazione nasce dall’esperienza reale e dal condividere situazioni molto “particolari” come nel caso della ricerca in superficie con i cani. Tutti questi percorsi lo portano a notare come il cane diventi un mediatore incredibile e un super aiuto per l’essere umano nelle situazioni di difficoltà.

L’idea di un cane per diabetici

L’esperienza pratica, unita a una formazione continua con studi sul comportamento animale, porta Roberto Zampieri a vivere i cani con cui lavora anche al di fuori dell’ambito tecnico, sviluppando a poco a poco una metodologia per la formazione basata sulla condivisione e sulla collaborazione tra cane e uomo.

Ma come si arriva all’idea di un cane per diabetici? Spesso gli eventi avvengono per caso. Nel 2012 Roberto Zampieri, ha oltre 30 anni di pratica sul campo, formazione e addestramento di cani da soccorso. Inoltre, aveva accumulato diverse esperienze in Tentino Alto Adige sugli interventi assistiti con i cani.

In una di questi interventi, la frase di una signora “ma adesso mi porta via il cane” fece riflettere Roberto, sulla reale efficacia di quell’assistenza con cani esterni e degli effetti che poteva avere ogni volta il loro distacco nella psicologia delle persone. Inizia così a lavorare a un protocollo di cani di assistenza con il cane di famiglia.

Il passaggio ai cani allerta diabete avviene nel 2013, quando è contattato dalla signora Anna Buttulini, che soffre di diabete di tipo 1: gli chiede se fosse possibile preparare un cane che supporti un persona a vivere meglio la malattia del diabete.

Roberto accetta e inizia una serie di studi rivolgendosi al mondo della cinofilia anglosassone: in Gran Bretagna e negli USA, già all’inizio del 2000, i cani allerta diabete venivano addestrati e riconosciuti, mentre in Italia nessuno li conosceva.

La nascita del Protocollo D.A.D. (diabetic alert dog)

Prendendo spunto dalla metodologia anglosassone e aggiungendo la sua esperienza nel settore degli interventi assistiti e la sua visione di una collaborazione tra cane e uomo, Roberto Zampieri sviluppò quello che oggi è l’unico protocollo per cani allerta in famiglia: il D.A.D. (Diabetic Alert Dog)

In base ad esso, un cane allerta è preparato a riconoscere le variazioni della glicemia nel sangue (ipoglicemie e iperglicemie) e a segnalarle. Niente di nuovo rispetto a quello che già veniva fatto da più di 10 anni nei paesi anglosassoni.

Roberto Zampieri non nasconde il fatto di aver studiato con la massima attenzione l’addestramento anglosassone. Tuttavia, la sua esperienza lo ha portato a un’intuizione che rappresenta poi il successo del suo protocollo

Mentre nei paesi anglosassoni il cane è preparato da un istruttore e, una volta conclusa la formazione, viene portato a casa della persona con diabete, Roberto Zampieri ha rivoluzionato questo sistema, creando un protocollo in famiglia, ovvero che si svolge a casa con la persona con diabete.

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Il cane è preparato sempre da un istruttore, ma vive a casa della persona con diabete, condividendo con lei la quotidianità. Il diabetico e la sua famiglia, nel caso di minori, sono parte attiva nella formazione del cane, svolgendo anche degli esercizi tra un incontro e l’altro.

L’intuizione di Roberto era quella di aver capito che formando il cane insieme alla persona con diabete si crea una forte relazione empatica grazie alla quale:

Roberto ha avuto questa intuizione nel 2012. Una ricerca pubblicata nel 2016 sul National Library of Medicine ha poi dimostrato che quella che per Roberto Zampieri era stata un’intuizione era dimostrabile scientificamente.

Grazie alla relazione empatica, i cani allerta riescono a combinare:

  •  le variazioni di odore;
  •  quelle comportamentali legate alle variazioni di glicemia nel sangue;
  •  segnalare una crisi glicemica con un preavviso anche di 15-30 minuti;
  • valutare la gravità della crisi.

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Nascita Progetto Serena

Per completare il protocollo D.A.D. ci sono voluti tre anni di duro lavoro e di ricerche, grazie anche al supporto di medici operativi e al lavoro del professor Enzo Bonora, primario di diabetologia ed endocrinologia all’Università di Verona.

Grazie al suo intervento, il protocollo ha acquisito un valore scientifico. Basta considerare che dal 2021 è in corso una ricerca proprio da parte dell’Università di Verona sull’efficacia in Italia dei cani allerta per le persone con diabete.

Red di Anna Progetto Serena

Roberto inizia ad operare con la Protezione Civile di Casaleone. Il protocollo fu testato prima su cani preparati per persone che non avevano il diabete, e poi una volta avuta la certezza dell’efficacia del protocollo venne formato Red, il primo cane allerta che supporta una persona con diabete: la signora Anna.

Ben presto si evidenziarono subito gli effetti positivi che i cani allerta diabete possono portare nella vita delle persone che soffrono di questa patologia. Così, Roberto Zampieri decise di creare una prima associazione, Serena 1980 ASD, trasformata nel 2015 in Progetto Serena Onlus (oggi APS).

Compito di questa associazione era promuovere in tutta Italia il protocollo D.A.D. al fine di supportare e aiutare quante più persone con diabete di tipo 1 e 2 e le loro famiglie.

Perché Progetto Serena

Il nome Progetto Serena è in ricordo della figlia di Roberto Zampieri, Serena Zampieri, scomparsa in giovane età. Serena era una ragazza che amava gli animali, sempre disponibile con le persone e che cercava di aiutare tutti

Quando Roberto Zampieri ha deciso di dare una struttura al protocollo D.A.D. con cui aiutare chi ha una patologia a vivere meglio, dedicarlo alla figlia Serena è stato naturale.

Grazie a Progetto Serena, il ricordo dell’amore di un padre per la propria figlia vivrà in ogni cane che, a sua volta, dona amore incondizionato a chi supporta. 

Un progetto che nasce dall’amore e che vuole aiutare le persone che si trovano ogni gionro a dover affrontare una patologia.

Progetto Serena oggi

Sono ormai 10 anni che Progetto Serena e Roberto Zampieri, oggi direttore tecnico del progetto e formatore di nuovi istruttori, sono al fianco delle persone con diabete.

Progetto Serena da Verona è diventata una realtà nazionale, grazie anche al contributo di tutti coloro che oggi ne fanno parte: dalla compagna di vita di Roberto, Selena Asteggiano, oggi presidente, ai vari istruttori che hanno creduto nel progetto.

Progetto Serena Oggi

Progetto Serena APS è presente in 18 regioni su 20, con 60 tecnici cinofili e più di 200 cani allerta diabete tra operativi e in formazione, un numero che cresce di mese in mese.

Collabora con l’AILD (Associazione Italiana Lions per il Diabete), è l’unica associazione ad essere inserita nel CAD (coordinamento associazioni per il diabete) ed è tra le 100 eccellenze italiane presso la Camera dei Deputati.

Il protocollo di Roberto Zampieri è utilizzato anche per altre attività, sempre con il fine di migliorare la vita delle persone. Durante il Covid-19, Progetto Serena è stata l’unica associazione ad aver preparato cani per lo screening del Covid-19.

Inoltre, nel 2023 ha collaborato in Sardegna alla lotta contro la peste suina africana, con cani formati proprio per individuare questa malattia.

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